Jogging: fa bene anche d’estate? Come reagisce e come si adatta il corpo all’afa?
Domande frequenti, interrogativi diffusi 🙂
Ma andiamo per ordine ed ecco qui alcune regole di buon senso.
Dunque se facciamo jogging in estate, meglio farlo nelle ore fresche del mattino o dopo il tramonto.
In verità correre quando fa molto caldo non è inusuale: molte gare di corsa si svolgono a temperature medie di 25 °C o più (per esempio in Kenya, in Etiopia e in Giappone).
Per le categorie più a rischio – anziani, bambini, donne in gravidanza, soggetti non allenati – rimane in generale un’attività sconsigliata.
Tuttavia con il dovuto allenamento, con le giuste condizioni fisiche, osservando alcuni accorgimenti e imparando ad ascoltare il proprio corpo, si può sostenere una corsa anche a temperature superiori.
Ricordiamo che la nostra temperatura corporea ideale è di 37 °C: quando si corre a 30-35 °C, per evitare di surriscaldarsi, il corpo inizia a sudare favorendo la dispersione di calore (ma anche di liquidi: da qui il rischio di disidratazione). I vasi sanguigni si dilatano per massimizzare l’afflusso di sangue in superficie ed ecco il perché – quando siamo sottoposti a sforzo fisico d’estate – diventiamo rossi e con le vene ben in vista.
Di conseguenza rimane meno sangue a disposizione per i muscoli e per il cuore.
Correre con alte temperature può favorire crampi muscolari e un senso di spossatezza che con un clima più mite non avvertiremmo.
Ma il corpo umano è una macchina straordinaria capace di adattarsi a temperature diverse. Con l’allenamento tenderemo a perdere minori quantità di sali minerali attraverso il sudore e diminuiranno le stesse pulsazioni sotto sforzo.
In generale e per tutti le regole sono:
- evitare le ore centrali del giorno – prediligendo per esempio la sera o il mattino presto
- mantenere una corretta idratazione
- avere un’andatura rilassata
- indossare abiti traspiranti.
Vale infine sempre la regola della gradualità e del buon senso: se non siamo allenati iniziamo con brevi tragitti e nelle ore più fresche. Diamo al corpo il tempo fisiologico dell’adattamento e godiamoci il nostro stacco 🙂