Farmacia Introini – Legnano
26 Set 2019

COLLAGENE PEPTAN

PEPTIDI DI COLLAGENE PEPTAN

Durante la nostra età adulta, i nostri corpi iniziano a produrre meno collagene. Questo processo inizia quando abbiamo circa 30 anni e accelera verso i nostri 40 anni, portando agli inevitabili segni dell'invecchiamento. La perdita di collagene è un processo naturale. Ma altri fattori possono accelerare il processo e portare a primi o più intensi segni dell'invecchiamento, come l'esposizione ai raggi UV, all'inquinamento e alle scelte di vita.

Troviamo il collagene in diversi distretti:

  • Pelle; il collagene fornisce fermezza e struttura alla nostra pelle. Quando le cellule della pelle invecchiano il collagene si rompe; la nostra pelle diventa disidratata e più sottile, e iniziano a comparire i segni dell'invecchiamento.
  • Ossatura; man mano che i livelli di collagene diminuiscono, le nostre ossa si indeboliscono. A poco a poco, questo li rende più fragili e fragili.
  • Articolazioni; perdendo il collagene attraverso l'invecchiamento, perdiamo anche la cartilagine e la funzione articolare. Ciò provoca disagio alle articolazioni, rendendo più difficile rimanere attivi con l'età.
  • Muscoli; la perdita di collagene dovuta all'invecchiamento comporta una graduale perdita di massa e forza muscolare, che influisce sul nostro equilibrio, andatura e mobilità generale.

Per questo motivo dobbiamo integrare la quota di collagene ingerita con la nutrizione e per questo abbiamo scelto i peptidi di collagene Peptan. I peptidi di collagene come Peptan sono proteine ​​pure e bioattive, derivate da una fonte naturale al 100% e prive di effetti collaterali. I loro benefici per la salute sulla mobilità e sulla bellezza della pelle sono supportati da prove scientifiche pubblicate. Ulteriori indicazioni da modelli preclinici suggeriscono che Peptan aiuta a mantenere le ossa sane. Pertanto, Peptan è una soluzione olistica per mantenere la salute del sistema muscolo-scheletrico e supportare anche la bellezza della pelle. La matrice di collagene di tipo II idrolizzato come Peptan IIm ha dimostrato di supportare molteplici benefici per la salute delle articolazioni a un basso dosaggio giornaliero.

CHE COS'È IL PEPTAN?
Peptan è il marchio peptidico di collagene leader a livello mondiale nel segmento Rousselot Health and Nutrition. I peptani sono peptidi di collagene bioattivo che sono stati specificamente sviluppati per offrire molteplici benefici per la salute e proprietà funzionali. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la capacità di Peptan di promuovere una vita sana. I peptani sono peptidi di collagene di tipo 1 lo stesso tipo che si trova nelle nostre ossa e pelle. Peptan è un prodotto naturale di elevata purezza, contenente più del 97% di proteine ​​(su base di peso secco). Peptan sono peptidi di collagene bioattivo, la loro forma idrolizzata li rende facilmente digeribili dall'uomo.
Peptan può supportare la mobilità generale e la bellezza della pelle. Peptan è facile da usare ed è perfetto per quelli di voi che cercano formati di consegna convenienti, facili da consumare e innovativi che possano adattarsi alle vostre routine quotidiane.

18 Set 2019

Multivitaminici, perché assumerli?

Quali possono essere realmente i fattori da valutare per capire se è necessario assumere multivitaminici?
Sono fattori diversi e correlati alle abitudini di vita dei singoli soggetti. Quali sono allora le domande da farsi prima di capire se la soluzione che fa al caso nostro?

1) Consumiamo abbastanza verdura e frutta fresca, cruda e di stagione?
E ormai notorio e superfluo insistere sul perché devono essere consumate verdura e frutta, in quanto sono tra le principali fonti di micronutrienti come vitamine e minerali.

Dobbiamo preferirle fresche e crude.
Fresche in quanto un vegetale separato dall’apparato radicale o un frutto separato dalla pianta, non e più in grado di alimentarsi e quindi si trova costretto a consumare le proprie risorse interne: da questo è possibile comprendere come maggiore sarà il tempo da cui il vegetale è stato raccolto e minore sarà il tenore vitaminico che potrà fornire.

Crude, in quanto diverse sostanze di natura vitaminica si dimostrano termolabili, degradabili quindi dal calore fornito con la cottura e foto labili, degradabili quindi dalla radiazione luminosa caratteristica della luce solare.

Quindi sia i tempi di cottura che le preparazioni che prevedono il taglio e la sbucciatura del prodotto comportano una perdita ulteriore di queste sostanze.

In assenza quindi della possibilità di consumare fonti vegetali con queste caratteristiche o con queste modalità, il multivitaminico si dimostra una buona soluzione di completamento funzionale.

2) Assumendo degli integratori multivitaminici, il quantitativo è adeguato ai livelli di attività fisica?
Anche questa considerazione si rivela essenziale, in quanto il tenore di diverse sostanze vitaminiche è strettamente correlato al livello di attività fisica in quanto fisiologicamente utilizzate come antiossidanti (come per esempio la vitamina C, la A, la E eccetera) oppure nei processi biochimici correlati alle funzioni metaboliche (come per esempio le vitamine del gruppo B).

Quindi maggiore sarà il livello di attività fisica maggiore sarà la produzione di specie radicaliche dell’ossigeno e di conseguenza maggiore sarà il fabbisogno di specie vitaminiche ad azione antiossidante.

Stesso discorso vale per i cofattori metabolici, infatti maggiore sarà la richiesta metabolica dell’organismo maggiore sarà la richiesta per esempio di vitamine del gruppo B.

Il quantitativo di micronutrienti dovrà quindi essere bilanciato sulla base del livello di attività dell’utilizzatore finale, completando se necessario quanto fatto con l alimentazione anche con l integrazione.

3) Il mio livello di assunzione è adeguato per la mia condizione fisiologica?
In che senso? Prima di dare risposta a questa domanda occorre partire dal presupposto che ogni condizione fisiologica correlata alle diverse fasi della vita mostra le sue specifiche caratteristiche.

Per esempio, analizzando un soggetto nell’età dello sviluppo sarà possibile isolare aspetti come la massa corporea in rapida variazione e il notevole tenore del metabolismo basale dovuto alle rapide dinamiche di accrescimento.

Se invece volessimo considerare le caratteristiche metaboliche di un soggetto nella terza età sarebbe possibile vedere come esistono aspetti diversi, correlati alla necessita di compensare alla ridotta efficienza di un organismo che gradualmente tende a ridurre le proprie capacita di risposta.

Oltre all’età anche il sesso costituisce un’importante discriminante, infatti sulla base degli specifici meccanismi metabolici correlati al sesso maschile e a quello femminile sia l’assunzione vitaminica che quella minerale deve essere attentamente personalizzata, soprattutto nel periodo fertile per il sesso femminile, dove il turnover tissutale comporta un importante impegno sia metabolico che sintetico (tissutale ed emopoietico).

Anche in questo caso quindi l’integrazione può mostrarsi un adeguato strumento per il completamento della comune alimentazione.

In conclusione, dalla disamina di questi aspetti essenziali, è possibile comprendere come per alcuni soggetti, in determinati periodi dell’anno e/o in determinate fasi della vita, l’utilizzo di un multivitaminico si mostra particolarmente interessante, ovviamente considerando adeguatamente i fattori appena illustrati tra cui ricordiamo gli essenziali:

Possibilità alimentari
Età
Sesso
Livello di attività fisica
Valutando questi aspetti sarà possibile selezionare il prodotto più adatto ad ogni specifica necessità. Questo fa inoltre comprendere come non esista il multivitaminico ma esistano i multivitaminici, opportunamente progettati sulla base delle caratteristiche di ogni macro categoria.

Quindi nella scelta di un prodotto la valutazione di questo approccio (da parte del produttore), costituisce un primo aspetto che permette di discriminare le linee di prodotto con approccio più razionale, all’interno delle quali sarà possibile identificare il prodotto più adatto alle nostre specifiche necessita.

E quindi anche per l’integrazione con multivitaminici possiamo dire: a ognuno il suo!

da www.nutrifarma.it

04 Set 2019

Acido lattico e DOMS. C’è una relazione?

Tra le tante leggende metropolitane relative all’attività fisica, quella in merito all’acido lattico ricopre senza ombra di dubbio un ruolo di spicco.

Nonostante da diverse decine di anni sia possibile studiare in qualsiasi testo di fisiologia, come l’acido lattico venga smaltito in seguito alla sua produzione in circa 30-75 minuti, ancora viene incolpato dei dolori muscolari post attività fisica (chiamati anche DOMS).

Va da se che se smaltito in così pochi minuti non può essere responsabile di dolori che in alcuni casi tendono a protrarsi con diversa intensità nei giorni successivi.

Cosa causa, quindi, i dolori ai muscoli dopo l’attività sportiva?
Principalmente una serie di fattori di natura meccanica che per sollecitazione diretta portano a delle micro-lesioni a livello della fibra muscolare e di conseguenza ai processi di recupero, necessari a ristabilire la situazione iniziale e a favorire il processo di supercompensazione, che porterà, allenamento dopo allenamento a migliorare la propria capacità di performance.

Questi processi, per poter avvenire, necessitano di una fase “infiammatoria” che come tutti i processi infiammatori implicheranno gonfiore, dolore e compromissione funzionale.

Una volta scagionato quindi l’acido lattico è necessario identificare quali fattori possono favorire una riduzione dei dolori muscolari post attività e a tal proposito è possibile identificare 3 diverse strategie per ridurli:

– utilizzo di integratori che permettono una migliore performance muscolare (es. creatina nelle attività ad alta intensità);
– utilizzo di integratori con finalità anticatabolica (es. BCAA, HMB o leucina a seconda nel pre, nel durante e/o nel post attività);
– utilizzo di fitoterapici con attività antiossidante/antinfiammatoria (es. curcumina, boswellia, polifenoli del frutti rossi, ecc…).
Ovviamente tutte queste strategie possono contribuire a diverso livello nella riduzione dei dolori muscolari post attività, ma richiedono nel primo causo un’assunzione basale, permettendo al soggetto di praticare attività disponendo di un incrementato pool di creatina muscolare, mentre negli altri anche l’assunzione nel durante o nel post allenamento può essere prevista con un buon margine applicativo.

Quali sono gli effetti dell’acido lattico sulla performance sportiva?
In effetti l’acido lattico può essere correlato a una riduzione della performance in corso di attività, nel momento in cui il suo accumulo alteri il pH muscolare a punto tale da limitare o impedire la piena esecuzione del lavoro muscolare.
Questo ovviamente dipende dal tipo di attività praticata, dalla sua intensità e dalla sua durata.

Come smaltire e prevenire gli effetti negativi dell’acido lattico sui muscoli
Ricordando che è una situazione completamente diversa da quella alla base dei DOMS, potenziando il metabolismo della sostanza che l’organismo utilizza per tamponare gli effetti dell’acido lattico a livello muscolare cioè la carnosina.

Carnosina, prevenzione all’acido lattico
Tra le sostanze ideali per la prevenzione dell’acido lattico c’è la carnosina una sostanza formata a partire da β-alanina e L-istidina che l’organismo utilizza a livello del tessuto muscolare per prolungarne la capacità di lavoro ad alta intensità nel tempo, dove agisce come un tampone fisico-chimico sia a pH alterato che nei fisiologici range di pH.

Nonostante diversi lavori riportati sia in letteratura medica che sportiva, riconducono a interessanti potenzialità di incremento nella capacità prestativa correlate all’assunzione di carnosina, il suo impiego non sempre si rivela semplice, in prevalenza perchè la sua natura dipeptidica da un lato ne ostacola l’assorbimento e dall’altro i processi digestivi potrebbero contribuire alla sua digestione e quindi alla fornitura dei precursori e non della sostanza attiva.

Questo limite viene generalmente superato fornendo direttamente l’elemento limitante nella produzione di carnosina, cioè la β-alanina.

L’utilizzo di β-alanina si mostra particolarmente indicato per tutte quelle attività che prevedono, anche con dinamica ripetuta, l’erogazione di potenze massimali per finestre temporali comprese tra 1 e 4 minuti, mentre l’incremento/mantenimento di massa magra è stato confermato per diverse discipline, sia di endurance che contro resistenza.

Compresi quindi questi aspetti, sarà possibile affrontare in maniera sicura ed efficace i dolori muscolari derivanti dall’attività fisica e l’incrementata produzione di acido lattico in corso di attività in maniera specifica, colpendo il problema affrontandolo all’origine.

L’utilità derivante dalla sua somministrazione è confermata in letteratura scientifica, proponendo livelli di assunzione compresi tra 1500 e 6400 mg/die assunti per periodi compresi tra 4 e 12 settimane, favorendo il manifestarsi di effetti positivi in acuto quali riduzione della fatica percepita, incremento della potenza erogata e incremento della capacità di resistenza, e in cronico quali incremento della forza, incremento/mantenimento della massa e incremento del volume di allenamento.

da www.keforma.com
Prof. Dott. Alexander Bertuccioli
Medico Chirurgo
Biologo nutrizionista
Perfezionato in Nutrizione in Condizioni Fisiologiche

28 Ago 2019

IMMAGINA LE VITAMINE SPORTIVE FORMULATE PER TE

Nella storia dell’integrazione sportiva il primo posto, sia come consumo e sia come priorità, va senza dubbio ai complessi polivitaminici. È infatti indubbio che un fisico sottoposto a stress costanti e continui abbia bisogno di un surplus di rifornimento vitaminico.

Quello espresso è ormai un concetto assodato che tutti conoscono, ma in pochi si sono posti la questione che il fabbisogno è certo, e il tipo di sforzo che gli atleti producono è molto diverso secondo lo sport svolto; di conseguenza anche il fabbisogno delle vitamine maggiormente richieste cambia.

Un polivitaminico deve infatti essere in grado di sovrapporsi alle reali esigenze scaturite dal tipo di stress, esso deve agire in sinergia fra tutti i suoi componenti dando spazi di personalizzazione della formulazione in base alle esigenze che il metabolismo chiamato in causa richiede.

Con questo tipo di innovazione l’intento è quello di andare incontro alle sofisticate esigenze dei singoli sportivi impegnati nell’endurance, nel fitness e negli sport a scatti ripetuti.

ALLVIT ENDURANCE
Sforzi prolungati nel tempo richiedono una massima efficienza del sistema eritropoietico con alta richiesta di ferro, acido folico e vitamina B12.
Questi fattori agiscono anche come coadiuvante e energetico; inoltre l’alta attività mitocondriale richiede una più elevata presenza di manganese.
Il substrato energetico utilizzato in questi sport viene dai grassi ma anche da glucidi che trovano nella presenza di cromo il fattore di regolazione metabolica.
Questi fattori sono posti in evidenza in ALLVIT ENDURANCE e si miscelano a tutti gli altri componenti al fine di potere sostenere il corpo durante prestazioni di lunga durata.

ALLVIT FITNESS
Il fitness è un sport multidisciplinare che comunque vede principalmente al proprio interno obbiettivi mirati soprattutto al tono muscolare e al tenere sotto controllo la massa grassa.
A questo fine è stata enfatizzata la presenza di vitamina D responsabile della produzione ormonale, ma anche del tono stesso dei muscoli.
Analogamente lo zinco è uno dei minerali maggiormente responsabili della produzione endogena di testosterone per ottimizzare la forza e per i recuperi. Questo importante ormone con la stanchezza cala vistosamente e la presenza dello zinco ne favorisce il sostegno.
L’apporto di nutrienti ai muscoli viene sostenuto dalla niacina che ha il compito di favorire la vasodilatazione con aumento dell’affluenza di sangue ai distretti.

Significativa nell’ALLVIT FITNESS l’apporto di cromo, minerale che rappresenta il fattore principale di tolleranza al glucosio, termina la regolazione dell’assimilazione degli zuccheri favorendo così la regolazione del mantenimento della massa grassa.

ALLVIT STOP&GO
Sono tante le discipline durante le quali l’atleta è continuamente sottoposto a scatti ripetuti con accelerazioni, decelerazioni, piccole soste e rallentamenti ma subito sprint massimali.
Sono le condizioni in cui il corpo produce altissimi livelli di acido lattico e lo stress non è solo muscolare ma anche nervoso.
La presenza di vitamina B6 è fondamentale per le regolazioni energetiche dovute alle grandi richieste di ATP; la vitamina B6 è anche importante per il sostegno nervoso.
La vitamina C, oltre a regolare i livelli dell’ormone da stress cortisolo, è anche la vitamina più importante per lo smaltimento dell’acido lattico e per l’azione antiossidante svolta a favore delle cellule.
ALLVIT STOP&GO è pensato anche agli stress indotti dal tipo di prestazione, stress che portano facilmente a indebolimenti del sistema immunitario; la sua funzionalità viene invece sostenuto dalla particolare presenza di zinco.
La tipologia di prestazione a impatti potenti e ripetuti crea molte sollecitazioni a ossa e articolazioni, basilare quindi un apporto maggiorato di boro che agisce sul metabolismo osseo.

Con la famiglie delle vitamine sport specifiche KEFORMA vuole dare una formulazione per ogni disciplina, cercando così di personalizzare gli apporti rendendo più equilibrata l’integrazione ma, contemporaneamente mantenendo, per tutti i prodotti della linea, la filosofia di alta sinergia nella quale ogni componente è stato pensato per essere presente in modo proporzionale ed efficace a quella di tutte le altre molecole della formulazione.

da www.keforma.com

13 Ago 2019

IDRATAZIONE SPORTIVA

La disidratazione è un problema primario nella gestione delle attività sportive, specialmente per quelle di endurance.

In linea generale, nel sedentario, l’equilibrio di idratazione richiede il recupero di circa 2,5 litri di acqua nelle 24 ore.

Circa 1,250 litri è la quantità di liquidi che è necessario bere:

750-900 gr vengono forniti dall’alimentazione solida (cibi, frutta e verdura come acqua organica, di gran lunga migliore di quella minerale!!);
infine 350-450 gr di acqua vengono giornalmente recuperate dalle ossidazioni metaboliche (produzione endogena di calore ed energia con formazione finale di CO2 e H2O).
Anche se con una certa variabilità (età, dimensioni corporee, stagionalità, tipo di attività lavorativa) si valuta nel mezzo litro l’acqua utile per completare i rifornimenti realizzati durante i cinque pasti con varie bibite.

La disidratazione è un vero pericolo per lo sportivo, molto meno per il sedentario (il problema è più presente nelle fasce di età più avanzata), che al contrario può rischiare iperidratazione per eccessivo utilizzo di acque minerali a basso residuo e conseguente iponatriemia (diluizione plasmatica del sodio sotto i 110 mml/l con progressive implicazioni metaboliche).

Negli sport a scatti ripetuti le dispersioni per traspirazione sono molto alte, ma i tempi di attività sono ridotti (raramente superano 1,5 ore), quindi, la reidratazione (meglio con un po’ di sali e antiossidanti) va curata per non perdere reattività, ma non sarà mai un elemento capitale come nell’aerobica prolungata.

Nell’endurance, invece, l’idratazione è un fattore primario, da valutare con la massima attenzione e da programmare con intelligenza ed equilibrio.

Ci sono differenze tra bici, corsa, sci di fondo, trekking, nuoto, etc… a cui affiancare la variabilità delle condizioni ambientali (freddo, umidità, caldo secco) ma, in generale, il fattore determinante è il tempo di esercizio, specialmente oggi che prendono sempre più campo le pratiche sportive aerobiche estreme e competitive.

Cosa e quanto bere quando si pratica sport
Sotto le 2 ore
Si deve pensare a una semplice reidratazione con acqua (circa 750 cc ora, con adattamento, tenendo conto delle variabilità sopra descritte), cui aggiungere una piccola quota di sali ad alta biodisponibilità.

Dopo le 2 ore
Comincia a esaurirsi il glicogeno e quindi la reidratazione deve associarsi alla ri-alimentazione, qui cominciano i problemi: è molto difficile mantenere i liquidi ipotonici per garantire l’assorbimento dell’acqua e insieme fornire sufficienti quote di glucidi per sostenere l’esercizio e contrastare il catabolismo collegato all’esaurimento del glicogeno.

Un principio inderogabile per l’endurance prolungato è che si deve bere in maniera programmata e non quando si ha sete (sarebbe troppo tardi!!).

Predisporre (tenendo conto delle variabilità già accennate) un recupero di 300/500 cc di liquidi ogni mezz’ora, dopo le due ore vanno associate maltodestrine (con minima pompa di fruttosio):

1 MALTO GEL da 60/80 gr o una barretta KECARBO ogni 40-50’;
KESALI MINERALI con minerali e antiossidanti e maltodestrine lunghe (calcolare una busta ogni due ore).
Arrivando al rifornimento idrico (in genere ogni 5 – 7 km) assumere SPEED ENERGY GEL gel o la barretta KECARBO, cui fare seguire l’acqua di reidratazione.

I sali devono essere composti con minerali biodisponibili (altrimenti, vista l’entità della reidratazione, diventano veleni;

I gel devono avere una precisa concentrazione perché i glucidi vengano assorbiti senza dare scariche diarroiche e le maltodestrine scelte con un preciso peso molecolare;

Le barrette a base di carboidrati non devono contenere zucchero e riso soffiato (accettabile come merendina una tantum, ma veleno per una importante rialimentazione sportiva), ma specifiche maltodestrine e materiali nutrienti qualificati.

Imparare a pesarsi prima di partire e al termine della prova, dopo essersi reidratato: la differenza di peso non deve superare mai gli 800-900 gr (peso massimo di materiali e acqua di idratazione utilizzati per produrre l’energia necessari per una maratona)… il resto è DISIDRATAZIONE!

DA KEFORMA.COM

30 Lug 2019

Come aumentare la massa muscolare – 3

Quali integratori scegliere per aumentare la massa muscolare?

Integrazione pre workout
Un particolare interesse, anche per affrontare con maggiore slancio l’allenamento è il PRE WORKOUT MUSCLE, un eccellente mix che mira a creare le condizioni ideali per l’aumento di massa; questo anche aumentando l’apporto di nutrimenti tramite la stimolazione dell’ossido nitrico.

Integrazione per il recupero post allenamento
Un integratore che si integra perfettamente alla creatina con lo scopo di aumentare la massa muscolare è la glutammina, molecola che favorisce l’idratazione della cellula e contribuendo direttamente al recupero post allenamento.

Altra formulazione fortemente usata sia per il recupero che per l’ipertrofia sono i BCAA (aminoacidi ramificati) o i pool di amino acidi essenziali come AMINO 9; in entrambi i casi l’assunzione privilegiata è dopo la seduta di allenamento.

Analogamente al post workout, per chi non volesse “limitarsi” ai soli aminoacidi, si può utilizzare un mix multi nutriente come il RECOVERY MASS 2.0, una formulazione ricca di tutte le vitamine e minerali e dotata delle giuste dosi di carboidrati, proteine e una quota di amino acidi.

Leggi anche: Integratori per la massa muscolare, energia e recupero: Nutrimass e Recovery Mass

Vitamine e sali minerali
Per facilitare la presenza bilanciata di nutrimenti in ogni pasto è importate la presenza di mix proteico/glucidici come il NUTRIMASS di Keforma, questa importante formulazione, studiata appositamente per donare un apporto equilibrato di tutti i nutrienti e potenziato con vitamine, minerali e altri fondamentali principi attivi per lo sviluppo muscolare, può essere presente sia a colazione, che negli spuntini, oppure nel pasto pre sonno.

Proteine
Nell’alimentazione quotidiana , magari negli spuntini dove è difficile usare una polvere da miscelare in uno shaker, può tornare pratico e utile l’utilizzo di barrette proteiche come la PRO 50 di KEFORMA, dove in 50 g di prodotto ci sono 25 g di proteine e 15 g di carboidrati.

Creatina
Fra gli integratori che danno un contributo alla crescita muscolare una delle molecole più importanti è la creatina, come la CREAT DE, una forma di creatina micronizzata altamente miscelabile e assimilabile.

La creatina aumenta le capacità prestative ma contemporaneamente da un contributo diretto all’aumento delle catene proteiche pesanti che compongono la miosina della fibra muscolare.

Il suo uso può essere fatto sia con un picco di dosaggio x 3/5 giorni e poi con un basso dosaggio per 15 giorni; oppure con un dosaggio medio per circa 20 giorni a cui, in ogni caso seguono 15 gg di sospensione.

23 Lug 2019

Come aumentare la massa muscolare – 2

È sempre impegnativo dare i 10 comandamenti, infatti difficile che tutti si riconoscano in linee guida ferree che poi, nella pratica, devono sempre e comunque essere personalizzate secondo le caratteristiche del singolo individuo.

Vi diamo quindi 10 regole per aumentare la vostra massa magra ovvero muscolare per un fisico più definito.

Dai spazio al recupero: non è vero che di più è meglio, soprattutto per la frequenza. Vero è che puoi allenare anche solo 1 muscolo al giorno e quindi prima che torni ad allenare quel muscolo passano 6/8 giorni, ma gli organi di “smaltimento” sono sempre gli stessi e corrono il rischio di sovraccaricarsi . Si possono fare brevi periodi con alta frequenza ma questi devono avere poi periodi di supercompensazione.
Dormi molto e bene: non è importante solo la quantità 7/9 ore , ma la qualità del sonno. Un’ ottima componente di sonno profondo, è l’elemento base per il recupero e la crescita. Il sonno deve essere prevalentemente notturno, lo sa bene chi per lavoro fa i turni che il sonno diurno ha qualità diversa.
Mangia spesso: almeno 6 volte, colazione, metà mattina, pranzo, pomeriggio, cena e dopo cena; e comunque usa la regola delle 2,5 ore circa fra un pasto e l’altro. Se passano molte ore fra pranzo e cena introdurre due spuntini nel pomeriggio.
Mangia bilanciato: a ogni pasto dare spazio a tutti i nutrienti. Non solo proteine e glucidi, anche i grassi sono dei grandi alleati, sono dei mediatori ormonali, forniscono calorie interessanti e migliorano i recuperi.
Non fare allenamenti troppo lunghi: volumi intensi di lavoro, e/o l’assidua frequenza, sono parametri da usare con le “molle”. In alcuni casi possono essere dei validi stimoli, quando se ne abusa però, portano inevitabilmente a stress cronico con relativo catabolismo.
Pensa positivo: la mente è un grande alleato per l’ottimizzazione dei processi metabolici; la positività aiuta i sistemi ormonali e a superare la negatività generata dagli inevitabili ostacoli e contrattempi del quotidiano. È fondamentale definire gli obbiettivi ( anche a breve termine) per recarsi in palestra con già le idee chiare, consapevoli che si farà un ottimo training.
Affidati ai movimenti base: squat, stacchi, panca, lenti , sono i fondamentali; non si costruisce massa abusando di alzate laterali , croci o braccia. Dedicati a questi esercizi cambiando serie, ripetizioni, recuperi. Poi ci possono essere periodi in cui i complementari servono per scaricare le articolazioni e dare un tipo diverso di intensità.
Non concentrarti solo su alcuni gruppi muscolari: prima occorre costruire solide fondamenta, non fare come quei principianti che già dopo 6 mesi vogliono concentrarsi solo su uno o due muscoli.
Usa gli integratori giusti: attenzione, non occorre abusarne, semplicemente seleziona i principali ; delle buone proteine, i BCAA (aminoacidi ramificati) oppure un pool di aminoacidi, la glutammina, la creatina, un sostegno per le articolazioni, l’HMB. Già questi sono più che sufficienti per sostenerti e integrare un’alimentazione che deve però avere in se le linee guida corrette.
Scegli una palestra motivante: ben attrezzata ma che abbia ciò che serve veramente, tanti manubri e bilancieri, panche e magari 2 rack per lo squat. Solitamente in questi ambienti potrai anche trovare compagni di allenamento con cui condividere allenamenti, obbiettivi e discussioni. Allenarsi in un ambiente sterile e “moscio” è certamente poco motivante e non si instaura quello spirito necessario per raggiungere gli obbiettivi.
I punti da sviluppare sarebbero ancora molti ma in realtà con i 10 che avete letto siete già a buon punto.

Un successo si costruisce dalle basi, andando ad ottimizzare tutti quei componenti che non sono solo allenamento e alimentazione, ma tutto quel complesso di situazioni che contribuiscono a raggiungere la meta.

Arnold diceva che per crescere occorre “allenare per la massa, mangiare per la massa, pensare per la massa”.

16 Lug 2019

Come aumentare la massa muscolare – 1

Aumentare massa muscolare, è questo uno degli obbiettivi più ambiti da chi frequenta la sala pesi delle palestre.

Il risultato per ottenere massa muscolare è legato al fattore allenamento, alimentare, recupero e all’assunzione di integratori.

Il primo punto è complesso ma si potrebbe sintetizzare con la scelta di soli esercizi base, ripetizioni fra le 6 e le 12, pausa fra i 90 ed i 150 sec e mediamente 3 sedute a settimane, questo alternando mesi dove si usa la mono-frequenza (allenando i muscoli 1 sola volta a settimana) e mesi dove si usa la multi-frequenza (allenando i muscoli 2 o 3 volte a settimana).

Fondamentali per un buon allenamento della massa muscolare sono anche il recupero, non è solo riconducibile alle ore di sonno o al tempo intercorso fra una seduta allenante e l’altra, l’alimentazione e un corretto piano d’integrazione che supporti i muscoli prima, durante e dopo l’allenamento.

La problematica strettamente alimentare comprende la suddivisione in 5/6 pasti al giorno. La quota di carboidrati è indicativamente di 4/5 g per kg di peso corporeo; quella di proteine sui 1,6/2 g per kg di peso corporeo e i grassi su 0,4/0,6 g per kg di peso corporeo.

Anche se l’obiettivo è crescere di peso questo non significa aumentare di grasso, ecco perché la scelta viene fatta con riso e cereali integrali, nonché avena; abbondante la frutta e verdura, le fonti proteiche derivate da uova, carne (anche rossa), pesce, affettati magri, legumi.

I grassi saranno prevalentemente a base di olio di oliva, lino e cocco, ma ottima anche la frutta secca oleosa, i semi e l’avocado.

La costanza nell’allenamento e una corretta alimentazione sono davvero punti fondamentali per ottenere i risultati tanto desiderati, ma non è da sottovalutare il recupero e il riposo.

Innanzitutto è importante reintegrare con i giusti integratori alimentari subito dopo l’attività fisica, a maggior ragione se intensa e prolungata oltre che a riposare nelle ore notturne in modo regolare per circa 7/8 ore di sonno.

05 Giu 2019

EGGPROTEIN

Arrivano le proteine dell’uovo, ottime per gli intollerante al lattosio.

EGG PROTEIN di KEFORMA è un’avanzata proteina dell’uovo di altissima qualità proveniente da materie prime certificate e sottoposte ad un esclusivo ed innovativo trattamento che prevede una attenta lavorazione tutta a rigido controllo di temperature e pressioni.

Le proteine dell’uovo
L’avanzata tecnologia estrattiva prevede molteplici fasi di separazione e raffinazione che vede una sequenza di centrifugazione, essiccazione, filtrazione, ultrafiltrazione, fermentazione enzimatica. Questa complessa tecnologia origina un prodotto altamente solubile che lascia perfettamente integre le qualità della proteina dell’uovo impedendone ogni denaturazione.

Questo fa dimenticare le vecchie procedure estrattive che usavano processi essiccativi ad alte temperature che denaturavano il principio attivo e con un prodotto finale poco palatabile, poco solubile e con modeste percentuali proteiche.

EGG PROTEIN è infatti perfettamente solubile, priva di retrogusto e dotata di una digeribilità eccellente.

Proteine senza lattosio ad alta digeribilità
Non contiene lattosio e ha tempi medi di assimilazione, tempi che si pongono a metà strada fra le caseine e il siero del latte.

La proteina dell’uovo è caratterizzata con il più alto indice di qualità proteica (per rapporto di efficienza proteica) la quale consiste nell’aumento di peso in grammi per ogni grammo di proteina ingerita.

Il tenore proteico stq è dell’81,4% e, analizzando l’aminoacidogramma, su questa % si rileva 34,4 g di AA essenziali con ben 16,7 g di BCAA; inoltre il bnon mette in competizione carrier di trasporto con i BCAA che possono così essere utilizzati rapidamente e completamente.

28 Mag 2019

Perdere Peso

Con l’arrivo della bella stagione, l’eliminazione di qualche chilo di troppo diventa uno degli obiettivi più frequentemente richiesti dagli utilizzatori di prodotti nutraceutici.
Le strade possibili e gli approcci disponibili sono decisamente tanti e basati su una serie di razionali funzionali tra loro molto diversi.

Com’è possibile per l’utente finale orientarsi relativamente al prodotto o alla gamma di prodotti che maggiormente rispecchiano le proprie necessità?

Un ottimo metodo potrebbe essere quello di semplificare, riducendo le varie soluzioni proposte in due macro-aree principali, dove prendere in considerazione le soluzioni in grado di esercitare uno stimolo o meglio un supporto metabolico piuttosto che le soluzioni in grado di intervenire a livello nutricinetico frenando la velocità di assorbimento dei nutrienti assunti.

Partendo dall’analisi delle soluzioni nutricinetiche è possibile identificare una serie di strumenti dalle caratteristiche interessanti, che hanno in comune la capacità di formare, a contatto con l’acqua, una matrice viscosa comunemente definita gel.

Quali sono i benefici derivanti dall’assunzione di fibre viscose?
La viscosità della fibra permette da un lato un’efficiente miscelazione con il materiale in digestione e dall’altro una sorta di modulazione, se non vera e propria riduzione, nella velocità di digestione enzimatica dei nutrienti in esso contenuti.

Quali sono alcune tra le principali risorse nutraceutiche?
Molto interessanti si mostrano la gomma di acacia, che unisce da un lato la capacità di formare gel viscosi, dall’altro quella di essere fermentata, agendo così come sostegno energetico nutrizionale per i bifidobatteri, specie fondamentali per un equilibrato benessere intestinale.

Con questa finalità diviene ulteriormente interessante l’abbinamento ai frutto oligo saccaridi (FOS), altra sostanza prebiotica fondamentale per il sostegno di questi batteri positivi, utile inoltre nel ridurre l’assorbimento dei grassi.

Un’ ulteriore sapiente miscela di fibre viscose, che possa includere per esempio il guar, gli arabinogalattani e il glucomannano può ulteriormente contribuire nella modulazione della velocità e nell’entità dell’assorbimento dei nutrienti, favorendo dinamiche più equilibrate e funzionali al dimagrimento, eliminando i potenziali effetti collaterali derivanti dall’assunzione di una singola fibra in quantità importanti.

Effetto sazietà per un controllo alimentare
L’effetto saziante inoltre dimostrato si rende molto adatto nel supportare tutti quei soggetti che trovano difficoltà nel seguire un piano alimentare controllato.

Supporto e stimolo del metabolismo
Quando invece si parla di supporto e stimolo metabolico la situazione si complica leggermente, in quanto vengono messe insieme molecole dagli effetti anche marcatamente diversi, che contribuiscono sinergicamente all’ottenimento del risultato.

Quali elementi aiutano a trasformare i grassi in energia?
Molto interessante a tal proposito è il contributo fornito dal peperoncino grazie al suo contenuto in capsaicina, sostanza molto interessante nello stimolo dell’attività del sistema nervoso, favorendo in particolare il consumo lipidico come fonte di energia.

Il suo utilizzo si rivela particolarmente interessante contestualmente a quello della caffeina, noto stimolante metabolico in grado di agire efficacemente sulla risposta nervosa e cardiovascolare, completando sinergicamente l’effetto del peperoncino. Non essendoci in questo caso un effetto saziante di natura meccanica, come nel caso delle fibre viscose, si rivela molto utile l’utilizzo di arancio amaro, proprio in virtù della sua capacità di modulazione nei confronti dell’appetito.

Il maitake, fungo dalle notevoli proprietà tonico-adattogene, modula il performance status dell’utilizzatore, derivante da un equilibrato stimolo delle diverse componenti metaboliche. Si mostra quindi particolarmente indicato oltre che per coloro che stanno seguendo un programma di dimagrimento soprattutto per quei soggetti con alterazioni dei principali parametri metabolici, come per esempio quelli implicati nella sindrome metabolica.

Ultimo ma non meno importante deve essere considerato il benessere intestinale, che spesso viene meno quando si inizia un piano di alimentazione controllata, queste problematiche non sussistono generalmente per i prodotti a base di fibre solubili in quanto il gel viscoso di per se costituisce un ottimo supporto meccanico alla defecazione e assumendole con buoni livelli di acqua le fibre solubili tendono ad aumentare la massa e l’idratazione fecale.

Utilizzando invece un approccio di stimolo metabolico, l’utilizzo di una micro-dose di lassativi antrachinonici come la senna e/o il rabarbaro possono favorire il mantenimento dell’equilibrio intestinale.

Le soluzioni quindi possono essere funzionalmente raggruppate, in base alle esigenze che accomunano diverse categorie di soggetti, garantendo ad ognuno un approccio efficace, sicuro e adatto alla propria situazione.

da www.nutrifarma.it