Farmacia Introini – Legnano
21 Feb 2022

Vitamina C e semi di Pompelmo

I benefici vitamina C, con i semi di pompelmo è un vero booster per la salute

La vitamina C contribuisce anche a proteggere le cellule dallo stress ossidativo e alla riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.

I benefici vitamina C, con i semi di pompelmo è un vero booster per la salute

I benefici della vitamina C combinata con i semi di pompelmo

La vitamina C, nota anche come acido ascorbico, è il nutriente che per eccellenza ha introdotto il ruolo degli integratori alimentari nella vita quotidiana dei più. Da sempre conosciuta per il supporto dato alle funzioni del sistema immunitario, contribuisce anche a proteggere le cellule dallo stress ossidativo e alla conseguente riduzione della stanchezza e dell’affaticamento.

In particolare, Nutrifarma propone un integratore alimentare a base di vitamina c e bioflavonoidi estratti da semi di pompelmo per potenziare l’azione di protezione delle cellule: Vita C bioflavonoidi.

 

Estratto di semi di pompelmo: i bioflavonoidi

I flavonoidi sono sostanze naturali spontaneamente disponibili nella frutta, nelle verdure, nel tè, nel caffè, nel vino e che hanno proprietà antiossidanti e di riparazione dei danni cellulari utili per la prevenzione delle malattie degenerative. Combinati con la vitamina C danno vita a un prodotto indicato per l’utilizzo quotidiano durante tutto l’arco dell’anno e, in particolare, durante i periodi di forte affaticamento come il cambio di stagione.

 

Vitamina C: i benefici

La vitamina C, oltre alle rinomate proprietà antiossidanti per combattere i radicali liberi, è coinvolta in molteplici reazioni e processi dell’organismo come la produzione di globuli rossi e collagene, il metabolismo del ferro, il rafforzamento del sistema immunitario.

Si tratta di un elemento essenziale, che l’organismo umano non sintetizza modo naturale. Quindi, è necessario assumerla attraverso l’alimentazione quotidiana, prevalentemente con frutta e verdura. Per raggiungere la dose giornaliera raccomandata di 100 mg è necessario integrare la routine a tavola con supplementi di vitamina C.

 

da www.nutrifarma.it

12 Lug 2021

Integrazione Pre-workout

La gestione del pre-workout, ovvero prima di svolgere un’attività fisica, è un ambito molto discusso e sicuramente non completamente risolto.

Esistono infatti diverse scuole di pensiero relativamente:

  • approcci squisitamente energetici basati sulla supplementazione di prodotti a base di carboidrati e lipidi.
  • l’approccio coenzimatico volto a fornire sostanze utili a ottimizzare le funzioni fisiologiche correlate alla produzione energetica
  • quello volto a fornire integratori dall’effetto “stimolante” di diverse funzioni fisiologiche come estratti vegetali, singoli aminoacidi etc.

Tralasciando l’approccio esclusivamente energetico e volendo approfondire il ruolo degli ottimizzatori metabolici, quali coenzimi e stimolanti, uno degli approcci più utili per capire gli effetti maggiormente sfruttabili nella gestione del pre workout è quello di suddividere ed esaminare, in maniera sistematica, gli strumenti nutraceutici a disposizione…

Aminoacidi

Arginina: costituisce un aminoacido fondamentale nel sostenere l’organismo nell’attività fisica, in particolare se prolungata, in quanto alla base dei processi di produzione dell’ossido nitrico, che oltre ad agire come vero e proprio neurotrasmettitore ricopre un ruolo essenziale nella vasodilatazione migliorando la circolazione sanguigna e quindi la fornitura di ossigeno e nutrienti al muscolo scheletrico. Si mostra inoltre molto utile nello smaltimento di prodotti di scarto secondari ad alti livelli di attività fisica.

Glicina: aminoacido molto versatile, interviene nel metabolismo energetico accoppiato a vitamine del gruppo B, ottimizzando la produzione di energia. Attivo anche come neurotrasmettitore eccitatorio insieme al glutammato.

Alanina: aminoacido utile nel colmare diverse carenze dei metabolismi energetici sia entrando nella catena di processi di utilizzo del glucosio (gluconeogenico) sia come intermedio della successiva fase di produzione di energia, il ciclo di krebs,

Taurina: aminoacido dagli effetti ergogenici multifattoriali, interviene sia stimolando e implementando diverse funzioni del sistema nervoso che implementando alcune funzioni energetiche cellulari

Carnitina: derivato aminoacidico utile nel favorire l’utilizzo di grassi nella produzione di energia, fattore molto interessante soprattuto nelle prestazioni di durata, non secondario il ruolo cardio e neuro protettore, funzionale al mantenimento di alte prestazioni nel lungo periodo

L’utilizzo equilibrato di questi aminoacidi permette di fornire sostegno dal punto di vista della produzione di energia, bilanciando eventuali carenze e favorire l’eliminazione dei prodotti di scarto. Ultimo vantaggio, ma non meno importante, il supporto della circolazione e la stimolazione del sistema nervoso.

Glucidi
Glucuronolattone: componente del metabolismo del glucosio, utile nell’esecuzione di attività di lunga durata soprattutto in virtù delle sue capacità di detossificazione dei prodotti di scarto dei metabolismi energetici.

È inoltre efficace nel prevenire la deplezione e nel favorire la resintesi di glicogeno, ponendo le basi per un recupero ottimale.

Estratti vegetali
Eleuterococco: adattogeno utile nell’affrontare stimoli stressogeni (come l’attività fisica) in virtù dell’equilibrato bilancio degli effetti stimolanti e rilassanti, particolarmente evidente nell’incrementata capacità di sopportare stimoli allenanti nel tempo.

Ginseng: effetti adattogeni generali simili a quelli dell’eleuteroccocco ma impatto maggiore nel sostegno delle funzioni mentali e nel far fronte alla percezione della “fatica centrale”.

Caffeina: sostanza dalle note capacità stimolanti in grado di agire incrementando il rilascio di adrenalina e noradrenalina con relativo incremento di tutte le funzioni metaboliche correlate, utile nel sostegno dell’attività fisica e nell’incremento delle capacità di “sopportare” a livello nervoso e fisico lo stress correlato aumentando globalmente le tempiste di capacità prestativa e la capacità dell’organismo di utilizzare diversi nutrienti.

Bromelina: sostanza di natura proteica ad azione enzimatica utile sia in virtù delle interessanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che proteolitiche utili per quanto riguarda la quota assorbita nel favorire un migliore smaltimento dei prodotti di scarto di natura azotata, derivanti cioè dal metabolismo di aminoacidi e proteine.

Anche in questo caso la diversa associazione di sostanze di natura vegetale permette dia abbinare una serie di effetti utili nello stimolo e nel supporto del sistema nervoso, elemento essenziale soprattutto nelle prestazioni di durata, da non trascurare inoltre il supporto dei processi di detossificazione e di risposta allo stress utili nel mantenimento di alti livelli prestativi.

La combinazione funzionale di tutte queste “famiglie” di supplementi si mostra estremamente interessante nel fornire un supporto volto sia a stimolare le funzioni che a prevenire le carenze nella produzione di energia, favorendo razionalmente i processi utili nel sostenere l’organismo al massimo delle sue prestazioni.

da www.keforma.com

22 Apr 2021

Energia in primavera

Il cambio di stagione si sa, costituisce una fase critica per numerose persone: temperature diverse, maggiore esposizione al sole, ora legale e altri fattori contribuiscono a creare notevole confusione nel meccanismo che regola il nostro organismo, modificando i ritmi biologici, con effetti negativi sul performance status generale, sull’umore e di conseguenza su tutto ciò che può essere ad essi correlato.

Un adeguato programma di integrazione alimentare unito ad una sana alimentazione contribuisce in maniera interessante nel ridurre la “traumaticità” di questa fase, che può mostrarsi tanto impegnativa per gli adulti quanto per i bambini.

Quali sono le categorie di integratori che possono mostrarsi utili in questo contesto? Ne troviamo almeno quattro:

  • Adattogeni
  • Bio Regolatori
  • Stimolanti
  • Energetici

Risulta interessante esaminare queste diverse categorie onde capire per chi possono eventualmente mostrarsi più o meno adatte.

 

Gli adattogeni

Sono molecole che hanno la capacità di aiutare l’organismo a essere più efficiente contro lo stress eccessivo e contro alcune sostanze e agenti esterni nocivi.

Le sostanze più efficaci sono gli estratti di ginseng e eleuterococco. Il loro utilizzo può essere proposto in linea di massima in un ampia finestra di età, riservando all’eleuterococco un impiego preferenziale nel bambino.

 

I bio-regolatori

Nella grande famiglia dei bio-regolatori troviamo una notevole gamma di sostanze, anche appartenenti a famiglie molto diverse, dalla vitamina D, alle vitamine del gruppo B che intervengono nella produzione e utilizzo di energia, per arrivare alle vitamine A, C ed E che contribuiscono a un corretto bilancio dello stress ossidativo, particolarmente utile soprattutto quando l’organismo viene sottoposto a carichi di lavoro di notevole importanza.

Questi micro ottimizzatori metabolici possono essere utilizzati, nei dosaggi opportunamente stabiliti in base alle diverse fasce di età, praticamente da tutti. Molto interessante è l’associazione dei bio-regolatori con la carnitina, molecola potenzialmente in grado di favorire il trasporto e quindi l’utilizzo dei grassi a livello cellulare, fattore molto interessante in particolare nell’ambito pediatrico dove le veloci dinamiche di crescita conducono a un incrementato fabbisogno lipidico rispetto all’adulto.

Sempre in ambito pediatrico si mostrano molto interessanti anche alcuni minerali tra cui il magnesio e il ferro. Il magnesio trova una collocazione importante per il suo ruolo centrale in diversi processi fisiologici. La sua integrazione si mostra particolarmente utile soprattutto considerando la ridotta assunzione media fatta in ambito pediatrico delle sue fonti alimentari come frutta e verdura. Parlando invece di ferro basti ricordare come ricopre un ruolo centrale nei processi di sintesi dell’emoglobina e di conseguenza nel trasporto di ossigeno, fattore importante per tutti ma fondamentale per un organismo in accrescimento.

 

Gli stimolanti

Rientrano invece nella categoria degli stimolanti, tutta quella serie di sostanze in grado di agire con diverso meccanismo di azione sul sistema nervoso, implementandone l’attività, ne è un esempio una delle sostanze più amate dagli italiani, la caffeina contenuta nel caffè comunemente consumato e in altri prodotti di origine vegetale come il thè oppure il guaranà.

Ovviamente l’utilizzo di sostanze stimolanti si mostra indicato negli adulti bilanciandolo adeguatamente con gli altri alimenti contenenti caffeina comunemente consumati, mentre nel bambino dovrebbe essere evitato.

 

Gli integratori energetici

Gli energetici utilizzabili con questa finalità sono spesso correlati alla velocità di assimilazione e utilizzo, particolarmente interessanti si dimostrano gli zuccheri fosforilati come il glucosio-fosfato, sostanza che saltando alcune tappe può direttamente essere impiegato dalla cellula nella produzione di energia.

L’utilizzo di un programma di supplementazione che abbini sapientemente le suddette classi di sostanze può aiutare nel gestire e non nel subire, la primavera e con lei l’avvento della bella stagione.

 

da www.nutrifarma.it

15 Feb 2021

Protezione dalle infezioni virali

L’abbinamento tra diverse componenti permette di realizzare un approccio multifattoriale realizzato con l’obiettivo di ottenere uno spettro d’azione allargato, sfruttando le proprietà della quercetina, degli estratti di olivo (Oleafall) e del mirtillo rosso (Oximacro) integrati del contributo essenziale dei principali micronutrienti utili nel supportare la funzione immunitaria.

 

Cos’è la quercetina e come contrasta le infezioni virali?

La quercetina è un flavonoide ampiamente diffuso in natura (ortaggi, foglie, semi ecc) che oltre al noto effetto antiossidante mostra anche effetti nel contrastare diverse dinamiche caratteristiche delle infezioni virali.

La quercetina mostra inoltre interessanti capacità di inibizione nei confronti di diversi enzimi impiegati dai virus in corso di infezione quali per esempio polimerasi, proteasi, girasi ecc…

Inoltre, mostra interessanti proprietà di interferenza metabolica dovute alla capacità di legarsi con diverse proteine di superficie impiegate dai virus per aggredire le cellule bersaglio.

 

Oleafall, estratto di foglie di olivo

L’estratto di foglie di olivo – Oleafall titolato al 30% in oleorupeina e in particolare del suo derivato acido elenolico, si dimostra molto interessante in quanto citato come attivo nei confronti di numerosi virus e di alcuni batteri.

Sembra che il meccanismo principalmente implicato sia correlato alla capacità di interazione con diverse proteine virali, compromettendone la replicazione e favorendone l’eliminazione, con un significativo incremento della capacità di risposta immunitaria.

La somministrazione di oleuropeina in atleti delle scuole superiori ha evidenziato una riduzione della durata delle infezioni delle alte vie respiratorie (URI – Upper respiratory illness) del 28% rispetto al gruppo utilizzato come controllo.

 

Oximacro, estratto di mirtillo rosso

L’estratto di Mirtillo rosso – Oximacro altamente standardizzato e titolato in PAC-A con la metodica DMAC (quella impiegata nei principali studi che attestano l’efficacia) si dimostra molto interessante in quanto in grado di rivestire le glicoproteine virali con dinamica dose-dipendente compromettendone la capacità infettante.

Dati disponibili in letteratura confermano questi effetti nei confronti degli Herpes simplex virus (tipo 1 e tipo 2) e dei virus influenzali di tipo A e di tipo B. La titolazione in PAC-A con la metodica DMAC si rivela di estrema importanza in quanto sono proprio queste sostanze che si rendono direttamente responsabili dell’attività antivirale, ed è quindi fondamentale averle nei quantitativi idonei a paragonabili con gli studi di riferimento.

Anche numerosi micronutrienti si dimostrano utili nel supporto delle fisiologiche capacità di risposta dell’organismo; la Selenio-Metionina permette di supportare la formazione di enzimi con finalità anti-ossidante, che contribuiscono alla protezione dallo stress ossidativo esercitato dai radicali fortemente presenti nel corso della risposta immunitaria.

Il citrato di Zinco interviene come catalizzatore in numerose reazioni enzimatiche tra cui diverse implicate sia nella risposta immunitaria sia nei processi di recupero.

La vitamina C è nota per le significative proprietà anti-ossidanti, viene coinvolta nella biogenesi del collagene e dell’assorbimento del ferro (fondamentale per la funzione immunitaria), interviene inoltre come risparmiatore di quercetina, favorendone la cinetica.

Completa il tutto la vitamina B2, fondamentale in quanto supporto delle principali funzioni metaboliche impiegate nella produzione di energia, messe a dura prova soprattutto quando l’organismo si trova sottoposto a numerosi stimoli stressogeni, come ad esempio in corso di infezione.

L’insieme di queste risorse nutraceutiche si dimostra potenzialmente funzionale ad un supporto a “spettro allargato” di quelle che sono le fisiologiche capacità di risposta dell’organismo ai processi infettivi di origine virale.

 

Bibliografia

Ruben Manuel Luciano Colunga Biancatelli, Max Berrill, John D. Catravas, Paul E. Marik. Quercetin and Vitamin C: An Experimental, Synergistic Therapy for the Prevention and Treatment of SARS-CoV-2 Related Disease (COVID-19) Front Immunol. 2020; 11: 1451. Published online 2020 Jun 19. doi: 10.3389/fimmu.2020.01451

Roxas M, Jurenka J Colds and influenza: a review of diagnosis and conventional, botanical, and nutritional considerations Altern Med Rev. 2007 Mar;12(1):25-48.

(2) Vaughan Somerville , Rachel Moore , Andrea Braakhuis The Effect of Olive Leaf Extract on Upper Respiratory Illness in High School Athletes: A Randomised Control Trial Nutrients . 2019 Feb 9;11(2):358. doi: 10.3390/nu11020358.

Terlizzi MA, Occhipinti A, Luganini A, Maffei ME, Gribaudo G. Inhibition of herpes simplex type 1 and type 2 infections by Oximacro(®), a cranberry extract with a high content of A-type proanthocyanidins (PACs-A) Antiviral Res. 2016 Aug;132:154-64. doi: 10.1016/j.antiviral.2016.06.006. Epub 2016 Jun 16.

Luganini, a., terlizzi, m.e., catucci, g., gilardi, g., maffei, m.e., gribaudo, g. (2018) The cranberry extract Oximacro® exerts in vitro virucidal activity against influenza virus by interfering with hemagglutinin. Frontiers in Microbiology, 9: 1826

Bertuccioli A Neri M. Integrazione Naturale e Fitoterapia -2012 Elika editrice – Cesena

01 Feb 2021

Sindrome da affaticamento cronico

La sindrome da affaticamento cronico (CFS) è una malattia cronica rilevante, complessa e debilitante senza causa nota, test diagnostici o trattamento universalmente efficace.

È caratterizzata da affaticamento prolungato e recidivante con conseguente disabilità significativa per almeno 6 mesi e spesso per anni. Al momento non esistono test diagnostici di laboratorio specifici per la condizione.

L’eziologia rimane poco chiara; tuttavia, studi recenti hanno dimostrato che lo stress ossidativo e i disturbi mitocondriali legati al fabbisogno energetico possono essere associati alla sua patogenesi. I trattamenti attuali per la CFS sono in gran parte finalizzati alla gestione dei sintomi.

La CFS è anche associata a diverse anomalie biochimiche e immunitarie correlate in molteplici vie infiammatorie e di stress ossidativo, con conseguenti danni al DNA, acidi grassi essenziali (lipidi), proteine, mitocondri e persino globuli rossi.

Dati emergenti suggeriscono che carenze di CoQ10 e NADH sono state descritte in pazienti con CFS.

Sia CoQ10 che NADH svolgono un ruolo critico nella produzione di ATP mitocondriale e nell’omeostasi del metabolismo cellulare, tanto che in alcuni studi hanno dimostrato ridurre significativamente la fatica e persino ripristinare naturalmente la funzione del mitocondrio, tanto da indurre un notevole miglioramento clinico trattati e da far pensare a una nuova terapia alternativa e complementare nei pazienti con CFS.

 

Cos’è e come funziona NADH

Per capirlo bene è prima necessario conoscere bene i mitocondri. Immaginiamoli come piccoli motori – o produttori di energia – all’interno di ogni cellula del corpo. È loro compito fornire energia alle cellule sotto forma di adenosina trifosfato (ATP).

 

Ma esattamente come succede?

È qui che entra in gioco NADH. Esso scatena una reazione a catena trasformando il coenzima Q10 nella sua forma ridotta.

Quindi, nella sua forma ridotta, Co-Q10 diventa attivo e funge da catalizzatore il quale consente ai mitocondri di produrre ATP. Ogni molecola di NADH provoca la produzione di tre molecole di energia ATP e senza NADH i mitocondri non possono produrre energia causando la morte cellulare.

 

L’unione fa la forza

L’associazione con Fruttosio 1-6 Difosfato e carnitina contribuiscono ulteriormente ad aumentare i livelli energetici cellulari.

Il Fruttosio 1-6 Difosfato agisce attraverso l’attivazione della glicolisi e il ciclo di Krebs, con conseguente riattivazione metabolica.

La carnitina invece è un derivato aminoacidico; in virtù del suo ruolo biologico è fondamentale nel facilitare l’ingresso degli acidi grassi all’interno dei mitocondri, dove vengono ossidati per produrre energia; svolge inoltre, contestualmente, un’indiretta azione antiossidante, soprattutto nei confronti di cellule ad alto metabolismo, come quelle cardiache e muscolari.

 

da www.nutrifarma.it

18 Dic 2020

Omega 3 di qualità – Come riconoscerli

Pochi integratori come gli Omega 3 stanno godendo di un’ampia attenzione perché racchiudono una lunga serie di proprietà salutistiche utili nella vita di tutti i giorni ed anche agli sportivi.

Molti studi hanno chiarito il meccanismo attraverso cui gli Omega 3 modulano la risposta immunitaria e l’infiammazione. Il loro effetto dipende da diversi fattori, come il tipo e la quantità di acidi grassi introdotti con l’alimentazione e la durata di assunzione di supplementi e integratori alimentari.

Diversi studi clinici hanno dimostrato l’efficacia degli integratori a base di olio di pesce, ricco di Omega 3, di modulare l’attività delle molecole proinfiammatorie e dei fattori coinvolti nella risposta immunitaria.

Tra le tante altre peculiarità migliorano la circolazione sanguigna, agevolano le funzioni cerebrali, proteggono la vista, contribuiscono a mantenere normali i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.

Gli sportivi sono particolarmente soggetti a sviluppare infiammazioni sia nel tessuto muscolare che articolare; gli Omega 3 riescono a ridurre e controllare l’infiammazione sia legata all’attività fisica che ad altri fattori. Inoltre una maggiore ossigenazione torna certamente a supporto dell’afflusso di ossigeno ai muscoli.

Ma non tutti gli Omega 3 sono uguali: quelli usati nella nostra linea Nutrifarma e Keforma usano una materia prima certificata OLIO DI PESCE KINOMEGA CERTIFICATO IFOS 5 STAR, GOED.

L’IFOS è l’abbreviazione di International Fish Oil Standards: si tratta di un protocollo di analisi rilasciato da un ente indipendente (Nutrasource Diagnostic inc.) con sede presso l’Università di Guelph in Canada, che dispone delle più costose e avanzate tecnologie necessarie per testare la qualità degli Omega 3.

La certificazione IFOS è la massima garanzia di qualità per il consumatore che può controllare in un registro pubblico . Nella procedura utilizzata per ottenere il principio attivo dei nostri OMEGA3 l’olio di pesce è sottoposto a processi di ultra filtrazione e distillazione sempre più raffinati per aumentare un’elevata quantità di EPA e DHA nel prodotto finito.

Tutto il processo di distillazione e di estrazione è orientato a garantire sia un alto tenore di EPA e DHA, ma anche l’assenza di sostanze tossiche (come il mercurio, la diossina, il pcb ecc.).

Gli Omega 3 presenti negli integratori di Nutrifarma e Keforma sono nella forma di trigliceridi per fare in modo di ottenere la massima bio-disponibilità rispetto ad altre forme che sono sotto forma di estere etilico.

GOED (Global Organization for EPA and DHA) rappresenta l’industria mondiale degli Omega 3 EPA e DHA e stabilisce gli standard di qualità per offrire i massimi livelli di purezza. Il suo obiettivo è di garantire ai consumatori che i membri di questa associazione producano prodotti della massima qualità.

NUTRIFARMA e KEFORMA garantiscono ai suoi utilizzatori un prodotto con la massima efficacia e purezza, in grado di supportare l’ allenamento, il recupero e la salute.

da www.keforma.com

24 Giu 2020

DOMS – Dolori muscolari post allenamento

dal magazine  keforma.com

Puntuale come il maltempo il primo giorno di ferie, il dolore post allenamento è ormai un “compagno di viaggio” per molti atleti e appassionati di sport. C’è chi se lo aspetta valutandolo come un indice di efficacia dell’allenamento, c’è invece chi lo teme, al di là delle più diverse opinioni quello che ci serve è conoscerlo.

 

Cosa causa i dolori muscolari post allenamento?

Prima di illustrare cosa causa i dolori muscolari post allenamento è molto importante capire da dove NON deriva.

Una leggenda metropolitana attribuisce questo dolore alla formazione di acido lattico e nel 2020 ancora molti, compreso addetti ai lavori, ci credono.

Le cose non stanno così: semplificando, l’acido lattico è una sostanza che nel nostro organismo si forma prevalentemente in relazione all’intensità dell’esercizio e non alla durata, ovvero quando in seguito a uno sforzo muscolare molto intenso, le richieste muscolari di ossigeno superano la capacità dell’organismo di assorbirlo e utilizzarlo, si passa quindi da una fase prevalentemente aerobica a una prevalentemente anaerobica, che se prolungata oltre pochi secondi porta alla produzione di acido lattico.

 

Perché produciamo acido lattico?

Perché il nostro organismo è un gran risparmiatore, quello che non riesce ad utilizzare al momento a causa della carenza di ossigeno, lo “mette da parte” sotto forma di acido lattico, che sarà successivamente rilavorato dall’organismo per fornire nuovamente energia, quindi costituisce una sorta di riserva o meglio risparmio di sostanze, utilizzabili per produrre energia.

 

In quanto tempo viene rilavorato l’acido lattico?

Mediamente in un periodo compreso tra 30 e 120 minuti con un processo chiamato ciclo di Cori. Quindi non può essere l’acido lattico a causarci dolori che hanno il loro picco tra 48 e 72 ore dopo l’esercizio.

 

Allora a che cosa è dovuto il dolore muscolare post allenamento?

I dolori muscolari post allenamento (delayed-onset muscle soreness – DOMS) rientrano in un quadro molto più complesso correttamente definito “Danno muscolare indotto dall’esercizio” (Exercise-induced muscle damage – EIMD) che può essere valutato oltre che con l’intensità e la durata dei DOMS, anche mediante analisi ematochimiche dei marcatori di danno muscolare (es CPK, ALT ecc) e con marcatori dell’infiammazione (es IL-6, PCR ecc).

Quindi i DOMS sono direttamente correlati a un danno muscolare causato dall’allenamento.

 

A che cosa è dovuto il danno muscolare alla base dei DOMS?

A tanti fattori tra loro connessi, tra questi un particolare ruolo è stato attribuito alle contrazioni muscolari eccentriche, in pratica a quelle sollecitazioni che forniamo al muscolo quando i suoi due capi sono tra loro lontani (la situazione opposta viene definita sollecitazione concentrica, cioè quando i capi muscolari sono tra loro vicini). In questa situazione si generano delle micro-lesioni a livello della struttura della fibra muscolare, che porteranno al rilascio dei marcatori di danno, a una risposta infiammatoria e infine ai DOMS.

 

Come possiamo prevenire i DOMS ?

Partendo dal presupposto che rimangono ovviamente valide tutte le comuni indicazioni relative a buona idratazione e ottimizzazione dello status nutrizionale, diventa molto interessante considerare alcuni passi semplici, pratici e facilmente comprensibili per la prevenzione dei DOMS:

 

1. Attività

Il primo passo è costituito dal praticare attività che siamo effettivamente in grado di praticare, alle intensità che ragionevolmente possiamo sostenere, aumentandole progressivamente con gradualità.

È fondamentale prima abituarsi al gesto atletico e poi a sostenerlo ad intensità crescenti. Qualcuno tende a ritenere i DOMS come un indicatore di allenamento efficace, in realtà non è così, piuttosto stanno ad indicare che in quel distretto corporeo al momento c’è qualcosa che non va e quindi “suggeriscono” di non ripetere la stessa attività, quantomeno nel breve periodo.

 

2. Riscaldamento

Prima di iniziare l’attività praticare un buon riscaldamento dedicando tutto il tempo necessario può aiutare nel ridurre l’insorgenza dei DOMS.

 

3. Recupero attivo

Anche praticare il recupero attivo tra una sessione e l’altra può rivelarsi molto utile, facilitando lo smaltimento dei cataboliti e il metabolismo muscolare.

 

4. Nutraceutici specifici

Nel prevenire ma anche nel trattare i DOMS molti approcci a base di sostanze dal ruolo antiossidante ed antinfiammatorio come ad esempio gli estratti di curcuma, boswellia, artiglio del diavolo oppure i comuni antiossidanti possono avere un ruolo di supporto.

Si dimostra invece particolarmente interessante l’impiego di succo o estratto di ciliegia in quanto documentato in letteratura come utile nella riduzione dei dolori e del danno muscolare, evidenziando dopo una prestazione di endurance (come ad esempio una maratona) oltre alla riduzione dei sintomi e a una migliore capacità muscolare anche la riduzione dei marcatori di infiammazione e l’aumento della capacità antiossidante totale del plasma, evidenziabili dalle analisi ematochimiche.

L’utilizzo di un estratto secco si può dimostrare molto pratico in quanto semplice da assumere e disponibile tutto l’anno, in letteratura è documentato con ottimi risultati l’impiego di un estratto di ciliegia di Montmorency dall’alto profilo qualitativo commercializzato con il marchio CherryPURE®.

Questi semplici accorgimenti rappresentano aspetti essenziali, semplici e pratici, che se applicati una volta compreso cosa sono i DOMS e perché si presentano, potranno favorire una gestione più funzionale dell’allenamento e del recupero.

 

Bibliografia

Stéphanie Hody , Jean-Louis Croisier , Thierry Bury , Bernard Rogister , Pierre Leprince Eccentric Muscle Contractions: Risks and Benefits. Front Physiol. 2019 May 3;10:536. doi: 10.3389/fphys.2019.00536. eCollection 2019.

Patrick S Harty , Megan L Cottet , James K Malloy , Chad M Kerksick Nutritional and Supplementation Strategies to Prevent and Attenuate Exercise-Induced Muscle Damage: A . 2019 Jan 7;5(1):1. doi: 10.1186/s40798-018-0176-6. Sports Med Open

Hotfiel T, Freiwald J, Hoppe MW, Lutter C, Forst R, Grim C, Bloch W, Hüttel M, Heiss R. Advances in Delayed-Onset Muscle Soreness (DOMS): Part I: Pathogenesis and Diagnostics. Sportverletz Sportschaden. 2018 Dec;32(4):243-250. doi: 10.1055/a-0753-1884. Epub 2018 Dec 11. PMID: 30537791 Review. English.

Heiss R, Lutter C, Freiwald J, Hoppe MW, Grim C, Poettgen K, Forst R, Bloch W, Hüttel M, Hotfiel T. Advances in Delayed-Onset Muscle Soreness (DOMS) – Part II: Treatment and Prevention. Sportverletz Sportschaden. 2019 Mar;33(1):21-29. doi: 10.1055/a-0810-3516. Epub 2019 Mar 13. PMID: 30865998 Review. English.

D A J Connolly , M P McHugh, O I Padilla-Zakour, L Carlson, S P Sayers Efficacy of a Tart Cherry Juice Blend in Preventing the Symptoms of Muscle Damage Br J Sports Med. 2006 Aug;40(8):679-83; discussion 683. doi: 10.1136/bjsm.2005.025429. Epub 2006 Jun 21.

Kerry S Kuehl , Erica T Perrier , Diane L Elliot , James C Chesnutt Efficacy of Tart Cherry Juice in Reducing Muscle Pain During Running: A Randomized Controlled Trial J Int Soc Sports Nutr. 2010 May 7;7:17. doi: 10.1186/1550-2783-7-17.

G Howatson 1, M P McHugh, J A Hill, J Brouner, A P Jewell, K A van Someren, R E Shave, S A Howatson Influence of Tart Cherry Juice on Indices of Recovery Following Marathon Running Scand J Med Sci Sports. 2010 Dec;20(6):843-52. doi: 10.1111/j.1600-0838.2009.01005.x.

14 Mag 2020

SPORT E SISTEMA IMMUNITARIO

Particolare attenzione deve essere posta sul sistema immunitario dello sportivo, in quanto non
è un caso che gli atleti quando sono in sovrallenamento sono estremamente più esposti al rischio di malattie batteriche e virali, nonché ad infiammazioni di carattere muscolare e articolare.

La maggioranza delle molecole che promuovono il recupero svolgono anche un’importantissima e complementare azione antiossidante a difesa di tutte le cellule.

Analizziamoli:

La vitamina C
Alla base si può sicuramente porre un integratore di vitamina C: le cui azioni sono note e comprovate nel proteggere il sistema immunitario e negli sportivi, assunta subito dopo l’attività fisica, ha anche la capacità di modulare l’azione del cortisolo.

La vitamina D
A fianco della vitamina C, troviamo la vitamina D, che negli ultimi anni è stata oggetto di forte interesse. Alla sua già nota funzione che contribuisce al mantenimento della normale struttura ossea, studi recenti, hanno dimostrato la sua efficacia anche nel sostenere il sistema immunitario e ormonale.
Sono stati evidenziati casi tra i soggetti colpiti da malattie virali, che dimostrano carenze di vitamina D, carenze riscontrate anche negli atleti in sovrallenamento.

La glutammina
Ci sono poi gli amminoacidi e in particolare la glutammina. È infatti importante sapere che una delle zone in cui si concentrano la maggior parte delle risposte immunitarie è l’intestino ed è proprio questo ad avere “fame” di glutammina.
La glutammina svolge un’azione a sostegno della funzionalità organica agli agenti patogeni; inoltre stimola la produzione endogena di glutatione, la più potente molecola antiossidante a disposizione del corpo.
Una menzione particolare la merita la glutammina in forma peptidica che tramite i suoi legami ne incrementa l’assorbimento e quindi la capacità di “restore” organico.

Integratori antiossidanti come Acido Lipoico e N-acetil cisteina
Sempre sull’aspetto antiossidante (di cui ribadiamo la centralità) una menzione d’obbligo va fatta per due molecole che sono sinergiche come l’acido lipoico e la N-acetil cisteina; con esse è possibile la distribuzione corporea sia nel flusso ematico che nei lipidi raggiungendo ogni cellula sotto stress ossidativo che necessiti di un aiuto per rinforzarsi.Come si vede le risorse sono già diverse, ma ci sono anche altri potenziali integratori che possono essere di supporto come i probiotici, una famiglia vastissima che contribuisce in modo attivo ed altamente efficace a nutrire e rinforzare la funzionalità e l’equilibrio di tutto il sistema.

L’importanza di integrare Omega 3
Accanto alle molecole menzionate non va mai dimenticata l’azione antinfiammatoria svolta dagli Omega 3, una molecola troppo spesso sottovalutata che oltre a regolare i trigliceridi, migliorare la densità ematica, svolge anche una potente azione antinfiammatoria agendo positivamente sui recuperi.

Quando e come assumere gli integratori per rinforzare le difese immunitarie?
Ad un primo sguardo l’integrazione sopra esposta può sembrare complessa ma in realtà è da proporzionare all’intensità dell’azione che si vuole svolgere e quindi al grado di efficacia che si vuole ottenere.

La vitamina C può essere un elemento costante mentre la D VIT (in gocce o compresse) è consigliabile l’utilizzo da Ottobre a Marzo, mesi in cui la sintesi endogena da sole è certamente ridotta.

La glutammina  può essere usata anche solo in vicinanza dell’allenamento oppure al mattino. A scopo salutistico si potrebbe prevederne l’uso a mesi alterni oppure a cicli di 4 settimane si e 2 no. Importante comunque che sia presente nei mesi di maggiore stress fisico.

La miscela di l’acido lipoico e la N-acetil cisteina può essere usata a mesi alterni oppure a cicli di 6 settimane si e 4 no.

Altro ruolo ciclico lo possono avere i probiotici che dovrebbero essere assunti 10 gg al mese, per diversi mesi, in quanto i ceppi vanno continuamente reintegrati per mantenere il corretto in equilibrio il microbiota intestinale; ovviamente anche questi sono proporzionali all’intensità dell’attività.

Anche gli omega 3 possono essere ciclizzati ma vista la vastità delle loro azioni, molti tecnici ne consigliano l’utilizzo per almeno 2/3 mesi, a cui si può fare seguire 1 mese di stop.

Magnesio per il recupero fisico e nervoso
Nei precedenti contenuti non è stato preso in esame un minerale base per il recupero fisico e nervoso, con azioni anche a favore del sistema immunitario; stiamo parlando del magnesio che ha una sua ottimizzazione assunto alla sera o al mattino dei giorni con attività più intense; con il magnesio è possibile fare periodi di carico, ma è anche ipotizzabile assumerlo solo in occasione di periodi o giornate particolarmente stressanti.

Ovviamente gli integratori funzionano in modo direttamente proporzionale ad una eventuale carenza degli stessi nel nostro organismo, ma purtroppo, questo aspetto non riguarda solamente gli sportivi, spesso si verificano situazioni di carenze o comunque bassi livelli di macro e micronutrienti anche in soggetti con una normale vita attiva.

articolo tratto da www.keforma.com

24 Dic 2019

Il cibo fritto è sempre buono…

Il fritto è sempre buono. Qualsiasi alimento fritto è buono. Durante le feste si mangia di tutto e di più, sicuramente troppo, ma il re della tavola è sempre lui: il fritto. Caro fritto, perché sei così buono? Questione di cervello? Di predisposizione antropologica? La questione è molto complessa ma anche decisamente affascinante.

Il motivo è anzitutto ancestrale. Il nostro cervello, come per molti altri aspetti, accoglie con maggiore favore cibi grassi e dolci perché sono generalmente quelli con un apporto calorico maggiore e per questo più adatti a garantire la sopravvivenza; i fritti entrano a pieno titolo nella categoria di entrambi, dalle patatine alle frittelle dolci di carnevale. Potete immaginare che per un uomo preistorico di 12.000 anni fa, in piena era glaciale, scegliere tra una tenera insalatina o un succulento cosciotto di cacciagione era una scelta molto semplice. Quella parte del nostro cervello non è mutata affatto anche se oggi non ne abbiamo sicuramente bisogno come nell’età preistorica. Questa predisposizione ai cibi grassi sembra essere regolata, da un punto di vista biologico, dalla produzione di una proteina recettore chiamata CD36. Stimolata da acidi oleici e grassi di varia natura, questo recettore, particolarmente presente sulla lingua, mette in moto tutti gli aspetti fisiologici che in ultima istanza innescano la produzione degli acidi biliari, responsabili dell’assorbimento dei grassi.

Il suono ha una sua valenza nel preferire cibi fritti e croccanti ad altri che lo sono meno. Pensate alla piacevolezza sonora di una patatina o di una frittura di pesce…vi sta già venendo l’acquolina in bocca, vero? Una ricerca effettuata nel 2004 da Massimiliano Zampini (Università degli Studi di Trento) e Charles Spence (Università di Oxford) ha dimostrato come il classico suono di una patatina croccante, stimoli il cervello umano a considerarla più genuina rispetto ad una simile patatina dal rumore meno pronunciato. Zampini e Spence effettuarono il loro esperimento amplificando o diminuendo in cuffia il rumore della masticazione della patatina a ignari campioni umani e il risultato dimostrò proprio come il famoso “croc” appaghi molto di più il nostro senso di soddisfazione rispetto a un suono meno deciso. La ricerca valse ai due il premio IgNobel del 2008.

Il generale alto contenuto di grasso dei cibi fritti ha anche un’altra proprietà che li rende graditi al palato, letteralmente. Molte sostanze volatili che conferiscono i sapori e il gusto dei nostri cibi vedono il loro rilascio modulato nella nostra bocca, proprio in base alla quantità di grasso presente. Alcuni sapori come quello della ciliegia sono esaltati da cibi a basso contenuto grasso mentre il sapore della vaniglia invece esaltato quando viene veicolato con cibi ad alto contenuto lipidico. Questione di chimica e di come queste sostanze odorose e volatili vengono inglobate con facilità, o meno, in una matrice grassa.

In conclusione, il fritto è buono per tutta una serie di motivi che il nostro cervello apprezza su multipli livelli sensoriali. Sembra che i primi piatti fritti risalgano all’Egitto del 2500 a.C. quindi si tratta di una pratica molto comune. Se in questi giorni sentite la bilancia urlare però, forse vuol dire che lo apprezza troppo ed è il caso di limitarsi a qualche insalatina.

Per questo articolo abbiamo preso spunto dal blog di www.scientificast.it che vi consigliamo di visitare frequentemente e di sostenere.

Buone feste.

ZAMPINI, M. and SPENCE, C. (2004), THE ROLE OF AUDITORY CUES IN MODULATING THE PERCEIVED CRISPNESS AND STALENESS OF POTATO CHIPS. Journal of Sensory Studies, 19: 347–363. doi: 10.1111/j.1745-459x.2004.080403.x
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1745-459x.2004.080403.x/abstract

Pepino MY, Love-Gregory L, Klein S, Abumrad NA, The fatty acid translocase gene, CD36, and lingual lipase influence oral sensitivity to fat in obese subjects. Journal of Lipid Research, Dec. 31, 2011 [Epub ahead of print].

12 Dic 2019

Acidità e Reflusso

Le problematiche digestive correlate allo stomaco costituiscono eventi che con diverse frequenze e diverse intensità, possono andare dal semplice fastidio alla vera e propria criticità, interessando un’importante fetta della popolazione.

Esistono diverse situazioni che possono essere alla base di questi problemi digestivi in grado di causare manifestazioni che vanno dalla semplice acidità gastrica a un vero e proprio reflusso gastro-esofageo.

Sicuramente condizioni patologiche come l’infezione da Helicobacter pylory e l’ernia iatale sono spesso correlate alle manifestazioni più importanti che devono essere affrontate con un opportuna terapia medica ma, per questo, non sono da trascurare anche tutta quella gamma di condizioni pre-patologiche dove ancora non si è instaurato un quadro che richiede un approccio terapeutico e tutta quella gamma di disturbi occasionali che possono essere particolarmente frequenti in soggetti che per stile di vita e impegni lavorativi non sempre riescono ad avere un alimentazione corretta e regolare.

Infatti molto frequente è il quadro di quei soggetti che a cagione di uno stile di vita molto pieno e stressante si vedono costretti a consumare pasti ad orari irregolari, fuori casa, magari dovendo ricorrere all’ultimo momento quello che riescono a trovare sul posto.

Quali sono i sintomi che indicano problemi digestivi?

Innanzi tutto occorre differenziare tra semplice bruciore di stomaco o acidità gastrica (più o meno occasionale) e un reflusso gastro esofageo vero e proprio, in quanto ogni situazione avrà applicazioni maggiormente indicate.

Acidità e bruciore di stomaco

Per quanto riguarda il bruciore di stomaco l’approccio razionale si pone due obiettivi: ridurre l’acidità tamponando l’acido cloridrico contenuto nel succo gastrico prodotto nello stomaco e esercitare un’azione protettivo/lenitiva sulla mucosa gastrica.

L’acidità dello stomaco può essere efficacemente tamponata mediante calcio carbonato, direttamente in grado di reagire con l’acido cloridrico portando alla formazione di un sale di calcio, acqua e anidride carbonica, con un sollievo molto rapido in seguito all’assunzione.

Un ulteriore aiuto, funzionale al completamento del quadro, può essere fornito con l’idrossido di magnesio, sostanza alcalina in grado di agire tamponando l’acidità del succo gastrico per una finestra temporale compresa tra le 2 e le 4 ore , favorendo quindi un sollievo prolungato che completa la rapida azione esercitata dal calcio carbonato.

La mucosa invece potrebbe essere protetta mediante l’utilizzo di un estratto di malva, storicamente utilizzato per l’alto tenore in mucillagini, sostanze in grado di esercitare una buona funzione emolliente e lenitiva, riducendo le irritazioni correlate all’eccessiva acidità e formando una sorta di film protettivo in grado di fornire ulteriore protezione ai tessuti.

Il reflusso gastrico

Per quanto riguarda il reflusso vero e proprio la situazione può essere affrontata in maniera leggermente diversa, infatti fermo restando l’utilità del calcio carbonato nella rapida riduzione dell’acidità gastrica, risulta molto importante fornire una maggiore protezione di natura meccanica sia in maniera diretta che in maniera indiretta.

A questo proposito molto interessante si dimostra l’estratto di liquirizia, in grado di favorire una protezione indiretta stimolando la produzione di muco da parte della parete gastrica e riducendo i fenomeni infiammatori della mucosa grazie alla capacità di prolungare la durata dei naturali meccanismi volti al controllo dell’infiammazione dei nostri tessuti.

Dal punto di vista della protezione diretta invece si mostra estremamente interessante l’acido alginico contenuto per esempio nell’alga kelp.

L’acido alginico risulta infatti in grado di formare un gel viscoso a lenta dissoluzione, in grado quindi sia di esercitare un effetto “barriera” nei confronti dei tessuti con cui viene in contatto, che di costituire un vero e proprio “tappo” a livello dello stomaco, per impedire appunto il reflusso del succo gastrico proteggendo l’esofago e le strutture correlate.

Queste soluzioni nutraceutiche possono rivelarsi preziosi strumenti per la gestione di queste problematiche, venendo in contro alle necessità di chi a cagione di diverse situazioni, fisiologiche, lavorative o organizzative, si trova a dover gestire una situazione gastrica non sempre ottimale.

da www.nutrifama.it